DIMITRI REBIKOFF

Luigi Fabbri

Negli anni in cui la subacquea compiva i suoi primi passi vivevano in Francia molte famiglie esuli dalla Russia, fuggite dal loro paese ai tempi della rivoluzione. E proprio due nomi russi compaiono tra i più grandi protagonisti di quell'esaltante stagione di scoperte e invenzioni da cui sono nate attrezzature subacquee straordinarie per quei tempi, le stesse poi sviluppatesi fino a diventare comuni ai giorni nostri.
I due sono naturalmente Alec Kramarenco, di cui ha scritto David Wilson lo scorso agosto, e Dimitri Issaievitch Rebikoff al quale è dedicato questo mese l'articolo nella sezione Personaggi Storici.
Nato nel 1921, Rebikoff si laureò alla Sorbona poi si traferì in Svizzera, dove a Losanna aprì uno studio di ingegneria e si sposò. Nel 1950 inventò il flash elettronico, l'Eclaktron, brevettato in Francia e in Svizzera, quindi lo scafandró per poterlo usare sott'acqua per scopi industriali e scientifici. Il successo fu immediato e ne vendette rapidamente diverse migliaia.

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fig. 1 - Il flash Eclatron

Un paio d'anni dopo, invitato dal Club Alpin Sous-Marin a realizzare qualcosa per i sub sportivi, creò un sistema monoblocco costituito da una macchina fotografica di piccolo formato scafandrata, dotata di obiettivo corretto per l'utilizzo in immersione, e dal suo Eclaktron. Era nata la fotografia subacquea moderna.
Nel 1952 Rebikoff presentò la famosa Torpille, un piccolo veicolo subacqueo individuale a forma di siluro, in pratica il progenitore degli scooter subacquei
La Torpille portò ben presto al Pegasus uscito nel 1953, dotato di maniglie, supporti per la fotocamera, flash elettronico. Era progettato sia per essere pilotato da un sub sia per essere teleguidato, offrendo a scienziati e ricercatori un mezzo che poteva essere inviato a riprendere fotografie su qualsiasi relitto o fondale. Fu ribattezzato “chien sous-marin” (cane subacqueo) perché il lungo cavo per il controllo remoto faceva pensare a un cane al guinzaglio.

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fig. 2 - La Torpille

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fig. 3 - Rebikoff col Pegaso  - ph. William G. Schulz

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fig. 4 - Rebikoff - Il Pegasus

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fig. 5 - Rebikoff - Il Pegasus

In quel periodo Jacques-Yves Cousteau chiese la collaborazione di Rebikoff per le sue competenze nei settori dell'illuminazione subacquea, delle lenti, delle custodie per apparecchi fotocinematografici, dei mezzi di navigazione subacquea. Collaborazione dimostratasi presto fondamentale nella realizzazione del film Il mondo senza sole e di vari altri documentari.

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fig. 6 - Il Pegasus teleguidato - ph. W. G. Schulz

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fig. 7 - Aviation sous-marine - ph. D. Rebikoff

 


Sono anni di grande entusiasmo per la caccia subacquea, nascono fucili di tutti i tipi ed anche Rebikoff collabora alla progettazione di uno strano modello che sarà brevettato nel 1955 a Parigi. É a elastici ed ha il pregio di richiedere uno sforzo minimo per la ricarica. All'inizio questa avviene in modo tradizionale, poi la tensione del doppio elastico si fa progredire con un sistema a cricchetto lungo una cremagliera, agendo a scatti sulla leva integrata nell'impugnatura.

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fig. 8 - Pubblicità del fucile Rebikoff

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fig. 9 - L'impugnatura con la leva di caricamento


Nel 1960 Rebikoff  con la moglie svizzera Ada Niggeler, sua straordinaria partner scientifica, si spostarono sulla Costa Azzurra, a Nizza, in una villetta in riva al mare con di fronte un moletto a cui era attraccata la sua barca. Sistemazione  ideale che gli consentiva di provare subito in acqua le sue intuizioni e invenzioni.
La Torpille, ulteriormente perfezionata,  fu poi  arricchita di profondimetro e tachimetro, oltre ad altri strumenti tipici dell'aviazione quali l'orizzonte artificiale e la girobussola. In questo modo il subacqueo poteva navigare senza riferimenti visivi ed in qualsiasi condizione di visibilità, tanto che la Torpille in questa versione fu ribattezzata Avion sous-marin, Aereo sottomarino.
Trasferitosi nei primi anni "70 negli Stati Uniti, Rebikoff fondò la Rebikoff Underwater Products a Fort Lauderdale, in Florida, e operò per la US Navy nel campo delle riprese subacquee. In quel periodò pubblicò diversi libri di fotosub, tra cui il famoso Underwater Photography del 1975. Più tardi si dedicò anche alle ricerche storiche insieme all'archeologo di origine rumena Doru Todericiu, noto con lo pseudonimo di Pierre Carnac. Mise a punto un nuovo modello di scooter sub, il “Remora M-114-E”, col quale esplorò la cosiddetta Bimini Road, la formazione rocciosa sottomarina sui fondali dell'isola di Bimini alle Bahamas che ha ispirato tante storie e leggende.
Nel decennio successivo ha continuato a interessarsi di fotografia e di esplorazione sottomarina ed ha dato vita con la moglie Ada all’Institute of Marine Technology. Nata come associazione senza fini di lucro dedita  alla ricerca e allo sviluppo della fotografia e cinematografia subacquea, è tutt'ora attiva con sede nelle isole Azzorre col nome di Rebikoff-Niggeler Foundation.
Dimitri Rebikoff è scomparso nel 1997, lasciando un'impronta indelebile nel campo della fotografia subacquea e dei mezzi per l'esplorazione dei fondali.  

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